“PADLET” CHE PASSIONE!

Anche quest’anno con il progetto Willkommen auf dem Padlet. Freut mich! (Benvenuti sul padlet! Piacere!) i ragazzi hanno avuto modo di presentarsi e parlare di sé in forma scritta in lingua tedesca. Hanno partecipato gli alunni di tutte le classi prime medie dell’Istituto. Ogni classe ha avuto modo di entrare in contatto virtualmente con un’altra prima di un altro plesso dell’Istituto. Durante diverse settimane ogni alunno ha pubblicato un post su una bacheca online interattiva, condivisa tra alunni e insegnanti. Tramite la stesura del padlet i ragazzi hanno potuto presentarsi, raccontare di sé, delle proprie passioni e del proprio carattere nonché dell’aspetto esteriore, tutto rigorosamente in lingua tedesca! Anche la parte grafica li ha divertiti e appassionati perchè hanno potuto liberamente pubblicare immagini, emoji e foto di sé o del proprio personaggio preferito (tra i più gettonati calciatori, cantanti e artisti). Ma la parte più coinvolgente è stata la possibilità di commentare ogni singolo post, sia dei propri compagni di classe, sia degli alunni della scuola partner. In questo modo oltre a praticare la lingua (nelle competenze del Lesen e dello Schreiben, comprensione e produzione scritta), è stato possibile creare intesa e sintonia tra gli alunni che hanno fatto nuove conoscenze o ne hanno approfondite di vecchie. Il tutto si è concluso con la creazione di tre cartelloni coloratissimi, uno per ogni coppia di classi, nello specifico:

1^B di Toscolano – 1^C di Tremosine

1^C di Toscolano – 1^D di Limone

1^A di Toscolano – 1^A di Gargnano

(la classe 1^E di Tignale è stata, invece, destinataria di un’altra proposta didattica che ha visto coinvolte le classi 2^E e 3^E del medesimo plesso).

Ciascun alunno ha esposto oralmente in lingua (competenza dello Sprechen, produzione orale) la propria presentazione, rispondendo a domande e curiosità da parte dei compagni. Tra i vari commenti ad attività conclusa, vi è chi l’ha definita “un’attività sorprendente e divertente, cioè un modo alternativo per studiare il tedesco …”, “… proposta coinvolgente e diversa dalle solite lezioni che ha visto la partecipazione di tutti.

E’ stato anche un modo per riallacciare i rapporti con ex compagni di asilo e/o di elementari di cui non si avevano notizie da tempo”. Tutti hanno dimostrato grande entusiasmo!

Pubblicato da Sofia Speltoni, Riccardo Bonaspetti 1^C, Aaron Plesa 1^B

Una gita piena di emozioni

Arrivati a scuola quel giorno eravamo tutti molto emozionati e anche un po’ agitati: era la prima vera gita che facevamo dopo che il Covid ci aveva costretti a solo qualche passeggiata sul nostro territorio!

A me Brescia è sempre piaciuta molto e infatti sono stata molto contenta di tornarci con i miei compagni, con i ragazzi delle altre prime e i professori.

All’andata in pullman ero molto eccitata e il viaggio è volato in un lampo.

E poi eccoci lì, nel centro storico di Brescia: emozionante! Il Tempio capitolino è stupendo e a me sembra sempre di fare un tuffo nel passato quando guardo il Tempio … osservo le strade (così basse a quel tempo) e penso a quante persone hanno calpestato quelle vie: chi erano, dove andavano… Era tutto così diverso nell’epoca romana!

Davanti al Tempio Capitolino

Poi siamo andati al museo di Santa Giulia, dove abbiamo seguito il percorso longobardo visto che era uno degli argomenti appena studiati in storia, è stato molto interessante scoprire cose nuove, altre informazioni più precise riguardo al legame tra i Longobardi e Brescia. A me è interessato molto quando la guida ci ha parlato di Ermengarda, la figlia di Desiderio ripudiata da Carlo Magno e del museo che prima era il monastero delle monache. Ho prestato molta attenzione anche al corredo funerario perché non conoscevo tutti gli oggetti e neanche la distinzione di ciò che mettevano ad una defunta e di quello che invece andava nella tomba dell’uomo. Seguire la spiegazione della guida che ci mostrava gli oggetti nelle tombe e il fatto di averli così vicini per poterli osservare nei particolari mi è piaciuto moltissimo!

Ascoltando la guida nella chiesa di San Salvatore

Osservando il corredo funerario delle donne e degli uomini longobardi
La Croce di Desiderio: che meraviglia!

La parte che mi ha emozionata di più nel museo però è stata la chiesa di Santa Maria in Solario che ospitava la Croce di Desiderio: meravigliosa! Decorata con più di duecento gemme e cammei, in tutta la stanza era l’unica opera d’arte illuminata. Poi, se alzavi lo sguardo vedevi una cupola stupenda colorata di un blu intenso ricavato dalla polvere di lapislazzuli. È davvero un soffitto bellissimo, che mi ha suscitato stupore e meraviglia!

Dopo il museo, siamo saliti al castello velocissimi perché la visita era durata più del previsto. Finalmente potevamo avere del tempo libero. Abbiamo fatto una piccola merenda, vicino ad una vecchia locomotiva dove abbiamo anche fatto una bella foto tutti insieme. Dall’alto del castello Brescia era bellissima: sembrava immensa.

Nello scendere dal castello per andare a mangiare all’oratorio siamo passati per Piazza Loggia (veramente stupenda la Loggia e la piazza tutta vuota) dove ci siamo soffermati perché la professoressa ci ha raccontato cosa era successo nell’attentato di Piazza Loggia; ci furono morti e feriti… È stato un episodio tragico e soprattutto tristissimo che ha causato tanto dolore. Di passaggio abbiamo visto anche Piazza Duomo che è meravigliosa e secondo me insuperabile con il Duomo nuovo, la rotonda del Duomo vecchio e la Torre del Broletto: devo dire che è la mia piazza preferita di Brescia.

Il viaggio di ritorno in pullman è stato secondo me la parte più divertente della gita perché tra i cori dei ragazzi, i quiz della profe e i canti polifonici è stato uno spasso!

È stata davvero una gita emozionante e, nonostante la profe avesse sognato che andavamo a berci l’aperitivo mentre alcuni compagni si tingevano i capelli di biondo, penso che siamo stati abbastanza bravi e abbiamo dimostrato di essere una classe unita (e simpatica)!

Pausa merenda nel cortile del castello.
Pranzo in oratorio
Ultima foto ricordo davanti alla locomotiva.

Autrice del testo, Isabella Fogazzi

Pubblicato da Isabella Fogazzi e Adam Drissi, classe 1C

I ” VOLTA” DELLA 3°B

All’inizio del mese di marzo la nostra insegnante di matematica e scienze ci ha proposto di fare degli esperimenti sull’argomento che stavamo trattando: l’ elettricità.

Per noi è stata una sorpresa, dal momento che non avevamo mai affrontato una cosa del genere. La professoressa ha recuperato tutto il materiale che ci serviva e ci ha diviso in gruppi, dandoci compiti diversi.

Un gruppo doveva scoprire quali materiali fossero isolanti o conduttori, attaccandoli a due morsetti a coccodrillo, per far accendere la lampadina; due gruppi dovevano mettere in serie e poi in parallelo due lampadine con un procedimento più complicato, mentre l’ultimo gruppo ha costruito la pila di Volta usando monete di rame, alluminio e carta assorbente imbevuta di aceto (che permette la trasmissione di molecole dal rame all’alluminio, essendo un acido.)

Quali materiali conducono la corrente?

Circuito con due lampadine in serie.

E luce fu!

Funziona! Che soddisfazione!!

La calcolatrice funziona con la nostra pila artigianale.

Lavoro di squadra… che bel traguardo!

Che fatica! Ora ci tocca fare anche la relazione!

Grazie a questi esperimenti, abbiamo imparato meglio come funziona l’elettricità e allo stesso tempo ci siamo divertiti molto!

Tra gli esperimenti “seri” di cui abbiamo appena parlato, un nostro compagno ha deciso, attraverso l’elettricità statica che avviene per strofinio, di attaccare alla parete delle penne, senza utilizzare colla, ispirato dalla professoressa che aveva fatto la stessa cosa con un palloncino. Al momento sono ancora appese dopo ben oltre due settimane♥!!

Il nostro genio…

Scritto e pubblicato da Linda Paladini, Giorgia Gualtieri, Arun Duzha 3^B♥

1 marzo 2023: giornata nazionale della cura

Mercoledì primo marzo la nostra classe ha aderito alla Giornata nazionale della Cura promossa dalle Scuole per la Pace con un semplice gesto: pulire il cortile della nostra Scuola. Dopo la pausa pranzo, equipaggiati di guanti monouso e di sacco nero abbiamo raccolto il risultato della superficialità e dei gesti poco rispettosi di noi ragazzi. Infatti la maggior parte dell’immondizia era formata da cartacce, involucri di merendine e cartoni dei succhi, ciò che costituisce le nostre merende. Abbiamo però trovato anche oggetti sicuramente lanciati dall’esterno, tra cu pacchetti di sigarette vuoti ed uno pieno, un accendino. Ci siamo divertiti a leggere un bigliettino sicuramente utile per una verifica, gettato fuori dalla finestra di una classe. Non riveliamo dove per non mettere nei pasticci il “colpevole” o la “colpevole”!

Speriamo che da oggi tutti i ragazzi facciano uno “sforzo” per arrivare fino ai cestini per buttare correttamente i loro rifiuti.

Alla fine della nostra pulizia abbiamo pesato il sacco e con stupore abbiamo visto che era quasi un chilo: per essere solo carta pesava tantissimo!

Eccoci al lavoro!

Riportiamo la riflessione di Flavio Lotti, coordinatore della marcia per la Pace Perugia Assisi, per dire che noi non ce ne freghiamo, ma vogliamo prenderci cura di noi e del Mondo.

Adesso è il tempo della cura
 


Le cose sono due: l’indifferenza o la cura. Tutto il resto è menzogna o ipocrisia. O te ne freghi, alzi le spalle, ti giri dall’altra parte, fingi di non sentire, pensi solo agli affari tuoi. Oppure ti prendi cura di te e degli altri, della tua vita ma anche di quella degli altri, di chi ti vuole bene ma anche di chi ha bisogno di aiuto, della tua casa ma anche della casa comune, delle persone ma anche di tutti altri gli esseri viventi. Domandiamoci: ma io, da che parte sto? Tra gli indifferenti o tra quelli che si prendono cura?

“Adesso è il tempo della cura,” ci dice la poetessa Mariangela Gualtieri. “Adesso” perché questo è il tempo in cui i segni della mancanza di cura si sono fatti più manifesti e pressanti: dal clima, alla pace, dalla salute al benessere delle persone, dalla democrazia alle istituzioni,… “Adesso” perché questo è il tempo in cui ciascuno fa la differenza: o resti concentrato solo su te stesso o cominci a prenderti cura anche degli altri. “Adesso” perché questo è il tempo in cui si ricostruisce un “noi” con cui affrontare i problemi enormi che incombono, altrimenti saremo travolti.

“Adesso” la cura non è solo una cosa bella: è diventata indispensabile. Per questo dobbiamo riscoprirla, custodirla, promuoverla e sostenerla. Sappiamo che, dopo i decenni di incuria che hanno accompagnato la globalizzazione dell’individualismo e dell’indifferenza, non è facile. Ma questa è la strada, la via da percorrere se vogliamo avere la forza di resistere alle ondate di odio, violenza e guerra, solitudine e dolore, sfiducia e rassegnazione che si stanno moltiplicando.

La cura è la via della pace perché ci rende tutti protagonisti, costruttori di pace. Perché costa fatica ma ci restituisce immediatamente felicità. Perché, al contrario di tanti discorsi, cambia le cose, trasforma il dolore e la solitudine in felicità. Della cura abbiamo bisogno come della felicità. E, come il covid 19 ci ha insegnato, non è solo un fatto personale ma politico. La cura richiede anche una certa organizzazione e l’organizzazione della cura è politica: di questo si devono occupare le nostre istituzioni. La cura è un diritto universale: ne avevano diritto le donne e i bambini morti ammazzati, sotto i nostri occhi, nel mare della Calabria così come i tanti che ancora oggi non hanno accesso ai servizi pubblici sanitari di base del nostro paese. E, come ha detto Joan C. Tronto, “il deficit di cura e il deficit democratico sono due facce della stessa medaglia”.

La cura è essenziale per difendere la dignità di tutti e attuare la nostra Costituzione, quella europea e quella universale del 1948. Per questo, dopo sei anni di ricerca-azione educativa, raccogliendo le sollecitazioni di Papa Francesco e di David Sassoli ma anche le straordinarie testimonianze di Marina Baretta e Monia Andreani, abbiamo promosso la Giornata della Cura della vita delle persone e del pianeta. Il 1 marzo, in occasione dell’Equal Care Day, decine di migliaia di giovani studenti usciranno dalle loro scuole (133) per andare, di città in città (113 di 19 regioni), a conoscere e ringraziare le persone che si prendono cura di noi e degli altri. Sarà una prima, grande, bella occasione per riscoprire il valore benefico della cura e illuminare tante storie, esperienze e attività di cura abitualmente ignorate e svalorizzate.

Invito tutti a contribuire alla diffusione della cultura e della politica della cura con la creatività e gli strumenti di cui dispongono. Diamo il giusto valore pubblico a tutti i lavori e le attività di cura. Reclamiamo più risorse pubbliche per la cura delle persone e del pianeta. Promuoviamo un’equa ripartizione tra uomini e donne dei lavori di cura della vita, della casa e della famiglia. Ridiamo valore alle parole che curano. Promuoviamo una seria educazione alla cura e valorizziamo le esperienze che si stanno facendo nelle nostre scuole. Costruiamo le città della cura.

Flavio Lotti, Coordinatore della Marcia PerugiAssisi

Perugia, 1 marzo 2023

Corretto e pubblicato da Flora Bentivoglio e Elena Crema, classe 1C